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Pelle e psiche: gemelle da sempre
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La pelle la più grande porta del cervello verso il mondo esterno. La pelle è il nostro più grande terminale nervoso, trasmette al cervello informazioni, sull’ambiente esterno. E’ un organo erogeno che produce e induce stimoli sensoriali e sessuali, permette all’uomo di sopravvivere in un ambiente aereo grazie alla traspirazione, protegge il nostro organismo impedendo l’ingresso alle sostanze estranee, mantiene costante la temperatura a prescindere dalla situazione climatica.

Esiste tutta una serie di considerazioni etologiche, psicologiche, psicodinamiche, anatomo- fisiologiche, patologiche e cliniche che fanno della pelle un’entità complessa dal punto di vista psicosomatico:

  • quale superficie avvolgente tutto il corpo, la pelle è contemporaneamente organo di separazione/confine da quanto è fuori di noi e struttura di comunicazione/relazione con il mondo esterno;
  • la pelle appare sede preferenziale di mutamenti somatici correlati a “contenuti” soggettivi di tipo psicologico: rossore, pallore, perspirazione, piloerezione, sensazioni parestesiche (formicolii), prurito e varie affezioni patologiche cutanee (iperidrosi, disidrosi, eritrosi, edemi, orticaria, ecc).

Per la psicologia moderna, in particolare per quella ad orientamento psicodinamico, il contatto “cute della madre-cute del neonato” (“fase simbiotica”) è fondamentale fattore determinante per lo sviluppo psichico del bambino e quindi per le dinamiche emotivo – affettivo – cognitive e per la costruzione dello “schema” e dell’ “immagine” del corpo e quindi della personalità del soggetto.
Il neonato riceve i primi messaggi di rassicurazione e gratificazione attraverso il tatto ma anche attraverso sensazioni olfattive e di caldo, di freddo, di umidità, di struttura, di pressione, tutte indispensabili per tracciare il confine tra il sé e il non sé fino al compimento del processo di separazione/individuazione.
La pelle con le sue funzioni di sacco che contiene il “bene” (“cure materne e bagno di dolci parole”), è barriera contro il male esterno e le aggressioni (dagli esseri viventi, dagli oggetti, dagli estranei in genere), mezzo di scambio e relazione, analogamente alle mucose e alla bocca. Se tutto questo funziona in modo soddisfacente, si ha una soddisfacente strutturazione della personalità.
La pelle protegge, in quanto esamina, filtra e, se necessario, attenua, modula non solo gli stimoli esterni, ma anche quelli interni, trattandoli né più né meno come se fossero esterni (inclusi gli impulsi repressi).

La pelle è un’importante struttura esogena, connessa con la freudiana “fase orale” dello sviluppo e perfino allo stimolo del dolore, anch’esso sorgente di piacere erogeno cutaneo. In questo caso il legame tra sensorialità ed erotismo diviene importante, talvolta molto più importante degli stessi stimoli visivi o uditivi. La pelle e il sistema nervoso derivano dallo stesso foglietto embrionario chiamato “ectoderma”. L’acme del “desiderabile” è dato dal ricongiungimento dei due fratelli ectodermici, brain and skin, cervello e pelle, da cui scaturiscono tutte quelle sensazioni date dal contatto della propria con l’altrui pelle. La pelle appare quindi indispensabile per tracciare il confine tra il sé e il non-sé, tra il corpo e l’ambiente. Rappresenta un organo di “periferia”, un organo limite.

Il tatto, che è l’organo di senso legato alla pelle, è diverso dagli altri sensi perché implica sempre la presenza, congiunta e inseparabile, del corpo che si tocca e del nostro corpo con il quale tocchiamo. Nonostante sia un senso legato alla superficie del corpo, contrariamente alla vista e all’udito, il tatto ci fa sentire le cose “all’interno” di noi stessi. Il tatto, infatti, ha la sua massima espressione nelle mani, le strutture del nostro corpo più periferiche, effettivamente, c’è un modo di toccare che è affettivo, comunicativo, carezzevole, che conforta e dà gioia e trasmette ai corpi coinvolti emozioni benefiche e gioia.

Pelle, tatto, psiche, affettività e cura di sé e degli altri : un insieme vincente per il nostro benessere.

 

A cura di Miriam Baroni tecnico-cosmetologo

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