SILYBUM MARIANUM L.
Compositae
Il Silybum marianum L. è anche conosciuto come Carciofo selvatico e Cardo della Madonna, poiché la leggenda scorge nelle macchie bianche vicino alle nervature delle sue foglie il ricordo delle gocce di latte della Vergine, che avrebbe ricompensato la pianta per aver nascosto sotto le sue foglie il Bambino Gesù, durante la fuga dalla persecuzione di Erode. Un’altra leggenda vede nelle stesse macchie bianche il segno identificativo delle sue proprietà galattogene.
Plinio il Vecchio, scrittore latino del I° secolo d.C., menzionava il succo delle foglie e del fusto, mescolato al miele, come un rimedio eccellente per aumentare il flusso biliare.
Nel Medioevo il cardo mariano venne citato come epatoprotettore e colagogo.
Già il Mattioli (1554) riteneva i suoi semi colagoghi e diuretici, Lindanus lo ordinava contro la rabbia, Plateario nel XV secolo lo indicava “…contro i dolori di fegato …” e “…per fare uscire il veleno…”.
Alla fine del secolo scorso i semi venivano utilizzati per le sindromi emorragiche e nell’ipotensione arteriosa.
Tipico delle regioni mediterranee e dell’asia occidentale, cresce da noi nei terreni incolti, soprattutto nell’Italia centrale, meridionale e nelle isole, dal livello del mare fino alla zona sub-montana. In Europa, al nord, si è esteso sino alle regioni Danesi.
Il Cardo Mariano è una robusta pianta erbacea biennale, che varia tra i 30 cm e il metro e mezzo di altezza, notevole per le sue larghe foglie grandi, lucenti, macchiettate di bianco e dai margini ondulati, bordati di spine e di ciglia. I fiori sono grossi colore porpora-violacei, raggiungono spesso gli 8 centimetri di diametro e fioriscono tra luglio e agosto, tubolari, raccolti in capolini emisferici e solitari, circondati da brattee con lunghe punte spinose, sormontati da un pappo breve a setole biancastre. La radice è fittonante, spessa, con odore nullo e sapore di carciofo.
Contiene un principio amaro, anicina (foglie), flavolignani (la silimarina, un flavonoide costituito da tre molecole, la silibina, la silicristina, la silidianina ), tiamina, precursori dell’istamina (presenti nei semi), acido fumarico. I semi contengono anche il 20/30% di olio fisso, che a sua volta è composto da acido linoleico (60 %), oleico (30%), palmitico (9%). Ritroviamo anche dei flavonoidi e degli steroli.
Organi a cui è associato: fegato e vie biliari.
Le Foglie sono:
Toniche
Aperitive
Digestive
Depurative
Colagoghe
Lassative
Stimolanti gastriche
I Semi sono:
Anti Epatotossici
Colagoghi
Coleretici
azione epatoprotettrice;
azione antinecrotica;
azione lipotropa
azione ipertensiva e tonico vascolare
Galattogeni
Spasmolitici
Foglie e semi.
Per uso interno le foglie sono usate in caso di: dispepsia, insufficienza epatica, litiasi biliare, stipsi.
I semi per uso interno sono usati in caso di: ipotensione arteriosa, insufficienza epatica, epatiti acute, infettive e tossiche, epatopatie, steatosi epatica.
Dosi consigliate: estratto secco di Cardo Mariano standardizzato al 70 % di silimarina, dosaggio variabile tra i 200 ed i 400 mg al giorno.
Consigliato in associazione per insufficienza epatica con tarassaco e finocchio, nell’ipotensione con ginseng.
La pianta è nota nelle campagne fin dai tempi antichi per uso culinario; le foglie giovani, private delle spine, si fanno in insalata, le radici e i capolini si cuociono in acqua con altri ortaggi. Il picciolo e le nervature principali delle foglie si mangiano cotte come il cavolo. I getti primaverili pare possano superare in sapore il cavolo stesso. Le radici possono essere impiegate anche nei sughi e nelle marmellate. La pianta intera tritata si dà al bestiame e gli uccelli gradiscono i suoi semi.
CARDO MARIANO estratto secco 50 cps
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